Meglio Facebook o Instagram per pubblicizzare il tuo locale?

O magari TikTok? O perché no, Tinder!?

E non dimentichiamoci di Twitter, Snapchat, Linkedin…

Diciamoci la verità, ci sono fin troppi strumenti che si possono usare oggi per ottenere visibilità e il problema è che la maggior parte delle persone:

A) Non li conosce nemmeno, a parte i 2-3 più noti;

B) Non ha la minima idea di come utilizzarli, soprattutto per farci un po’ di marketing per il proprio locale.

E’ o non è così, soldato?

Magari sei uno di quelli con il proprio Business Manager che gestisce più campagne su target diversi su Facebook e Instagram, ognuna con il suo format, e di mese in mese testi pubblici nuovi, lookalike e nuove landing page che ti aiutino a migliorare i tassi di conversione per lead.

O FORSE NON HAI LA PIU’ PALLIDA IDEA DI COSA STIA DICENDO E LE MIE ULTIME PAROLE PER TE SONO ARABO.

Se è così, non devi sentirti in colpa, perché il tuo lavoro non è saper usare le piattaforme di marketing per creare delle campagne.

Il tuo lavoro, è capire la logica che c’è dietro per poter delegare queste cose alle persone giuste e monitorare il loro operato sulla base dei numeri, e non dei cuoricini.

Più volte ti ho parlato infatti della lista clienti e di quanto sia importante per la tua attività averne una.

Se tu non raccogli i dati di contatto delle persone che vorrebbero venire nel tuo locale, di quelle che vengono, di quelle che tornano e poi ritornano, il giorno in cui il Governo fa partire un nuovo lockdown mi spieghi come fai a PARLARE con quelle stesse persone per proporgli di portargli a casa i tuoi drink con il nuovo servizio di delivery che hai messo sù..?

Con un post su Facebook o su Instagram puoi sicuramente raggiungere un buon numero di persone, ma per tua conoscenza questi stessi sistemi tendono a limitare la “visibilità organica” (per dirla in maniera meno brutta, non a pagamento) dei tuoi post, generalmente al di sotto del 15% del tuo pubblico. Inoltre i tuoi follower NON SONO i tuoi clienti o aspiranti tali, ma spesso persone a cui è piaciuto un tuo post o una foto che hai pubblicato, che è una cosa totalmente differente.

Vige quindi la regola sacra per cui TANTI FOLLOWER e LIKE non è uguale a PIU’ SOLDI.

Che cosa succede invece quando hai il telefono e/o l’indirizzo email di un tuo cliente?

Succede che lo puoi chiamare, ad esempio, o mandargli un’email diretta per avvisarlo delle ultime novità che gli potrebbero interessare.

Questa cosa potentissima è fare marketing in modo intelligente, mentre il post su Facebook e Instagram sono un’altra roba.

I vari social media, non sono altro che strumenti che puoi utilizzare al pari di un volantino, di un cartellone pubblicitario, di una persona che urla per strada e ti butta la gente dentro il locale.

Lo ripeto: STRUMENTI.

Mettiti bene in testa questa parola, perché una cosa è il marketing e un’altra sono gli strumenti attraverso i quali puoi sviluppare una strategia di marketing.

E’ chiaro che il mondo digitale ha rivoluzionato il settore della pubblicità, perché le tecnologie che abbiamo a disposizione al giorno d’oggi semplificano enormemente il lavoro di targettizzazione del pubblico, permettendo di abbattere il tempo e lo spazio rispetto ai canali di comunicazione tradizionali. Ma questo non significa che sia cambiata la logica del fare marketing.

Mi riferisco al fare delle azioni con cui individuare le persone giuste con il messaggio giusto, con il fine di vendere un prodotto o servizio.

Si tratta di una semplificazione, ma il concetto alla base del MARKETING, questa brutta parola che avrai sentito nominare così tante volte, è proprio questo.

C’è un mercato (market) fatto di clienti e concorrenti, e le tue azioni (-ING, che presuppone il fare qualcosa) devono servire a conquistare clienti ai danni dei concorrenti.

Sì, hai capito bene. Il marketing è una vera e propria guerra in cui alcuni vincono e altri perdono, indipendentemente dal fatto che tu abbia il locale più bello con i cocktail più buoni al prezzo più basso.

Per vincere questa guerra devi combattere a livello di comunicazione, oltre che al bancone, attirando le persone giuste per il tuo locale (e non per un bar qualsiasi) affinché si innamorino di ciò che gli puoi offrire. E queste persone le puoi raggiungere con la tua comunicazione in qualsiasi modo ti venga in mente:

  • televisione
  • radio
  • cartellonistica
  • volantini
  • venditori al telefono
  • venditori porta a porta
  • lettere postali
  • articoli su giornali e riviste
  • pubblicità su giornali e riviste
  • biglietti da visita
  • ecc, ecc…

E poi ovviamente ci sono i vari Google, il mondo delle App, Facebook, Instagram, Twitter e tutta la trafila di social media che già conosci almeno per sentito dire.

Tutte le cose che ho elencato sono quindi dei mezzi con cui raggiungere le persone di tuo interesse – ovvero di interesse per il tuo locale -, per cui il tuo primo obiettivo è di capire innanzitutto CHI SONO queste persone e cosa fanno durante le loro giornate. Devi scoprirne abitudini, gusti, passioni, paure… Tutte quelle cose che ti possono aiutare a capire il modo migliore per intercettarle.

Una volta che avrai disegnato l’identikit del tuo interlocutore, o per meglio dire del tuo cliente ideale, allora, tra tutti i mezzi a disposizione, dovrai individuare quelli più utili per raggiungere quel tipo di persone.

Mi spiego meglio.

Se vendessi una speciale vernice idrorepellente per le scarpe, il mio cliente ideale sarebbero delle aziende che producono scarpe. Potrei quindi fare una ricerca su Google e vedere quali sono e dove sono queste aziende. A quel punto, potrei mandargli una bella lettera di presentazione con un’offerta per provare la mia vernice; potrei provare ad organizzare un incontro per via telefonica; oppure potrei anche fare una pubblicità ad hoc su una rivista di settore per fare in modo che sia una di questa aziende a contattarmi.

Insomma, le opzioni sarebbero diverse!

Tu, però, in linea di massima non lavori nel B2B (Business to Business), ma nel B2C (Business to Customer) e non puoi sapere dove vivono esattamente i tuoi clienti. Però puoi sapere quanti anni hanno, che sport fanno, per quale squadra tifano, che musica ascoltano, quali sono le loro passioni e se sono più o meno altospendenti.

Se ti stai chiedendo COME scoprire queste informazioni, la risposta è tanto semplice quanto banale: CHIEDENDOLO.

Prendi i tuoi clienti migliori e intervistali chiedendo loro queste cose in cambio di un drink offerto o qualche altro bonus di loro gradimento.

O magari, SE HAI UNA LISTA CLIENTI, puoi fare un sondaggio e raccogliere le risposte da un pubblico molto più ampio.

Quindi, immaginando che nel tuo locale ci siano musica rock, una grossa Harley a fare da arredamento e cameriere in minigonna, mi verrebbe da pensare ad un target fatto di uomini tra i 25 e i 35 anni, senza figli piccoli che li costringono a casa tutte le sere, appassionati di Led Zeppelin, Iron Maiden e chiaramente di Harley Davidson. – Sia chiaro che questo è solo un esempio e che è dai TUOI clienti che devi estrapolare certe informazioni.

Continuando la simulazione, dove potremmo trovare nuovi clienti in target?

Intanto, attraverso una campagna referral strutturata, potresti puntare agli amici dei tuoi già clienti. Non c’è nulla di più semplice per far spargere il verbo rispetto allo sfruttare i tuoi VERI fan per farti pubblicità.

Inoltre, potresti stringere una joint venture con dei rivenditori di Harley Davidson, promettendo delle offerte ai loro clienti attraverso dei flyer in esposizione o consegnati in un pacchetto ad ogni cliente della concessionaria. E potresti fare la stessa cosa con dei negozi di musica metal o abbigliamento “rock”.

Oppure potresti comparire con un articolo/pubblicità in un magazine o rivista della tua zona che parli di eventi musicali, di luoghi da visitare in moto… o di belle donne!

Puoi anche far mettere dei volantini nel quartiere del locale con un’offerta che li obblighi a riconsegnarteli o a registrarsi sul tuo sito, così da poter misurare l’efficacia della campagna. O puoi farli consegnare direttamente all’uscita di un concerto rock nella tua città!

O ancora, potresti fare una campagna su Facebook e/o Instagram segmentando l’audience (il pubblico) in base agli interessi che ti sono noti: gli piacciono Led Zeppelin e Iron Maiden, gli piacciono le Harley, hanno dai 25 ai 35 anni, non hanno figli e vivono nell’arco di 1km, 5km, 10km o 20km dal tuo locale (scegli tu in base al tuo potenziale bacino di utenza)…

E questa campagna – così come tutte le campagne che dovresti fare – non dirà semplicemente “Venite nel mio locale perché è figo” ma avrà un’offerta a risposta diretta che prevederà lo scambio di informazioni personali come l’email o il telefono, oltre a nome e cognome, in cambio del Bonus che gli avrai messo a disposizione per conoscerti e provare il tuo bar. In questo modo, andrai a “rimpinguare” la tua lista clienti aumentando il pubblico da cui attingere per ogni evento che organizzerai, o per ogni promozione che vorrai lanciare da qui fino alla notte dei tempi, senza dover fare delle sponsorizzate (a pagamento) sulle solite piattaforme.

Che dici, comincia a essere più chiaro il concetto?

Venendo alla questione centrale di oggi, è meglio Facebook o Instagram?

La risposta è: dipende.

Dipende dal tuo pubblico target, partendo sempre dal presupposto che non devi necessariamente andare online per attirare le persone, ma puoi anche utilizzare una miriade di altri metodi così come si faceva prima che Zuckerberg si inventasse “The Social Network”.

La cosa importante è che tu abbia un locale con un’identità che attiri un tipo di persone accomunate da una serie di caratteristiche specifiche. Da lì, puoi capire dove trovare altri clienti simili ai tuoi, o per meglio dire ai tuoi migliori clienti, e quindi scegliere lo strumento con cui entrare in contatto con loro. E testare, misurando il ROI (Return of Investment) delle campagne avviate.

E’ una roba facile? No

E’ una cosa che può fare chiunque? Studiando, certamente!

Devi per forza imparare a fare tutte queste cose? Non necessariamente, ma devi quanto meno impostarle e monitorarle, delegando ai tecnici (grafici, programmatori, marketers, venditori e via dicendo) le parti più meccaniche del tuo processo di marketing e vendita.

Quello che sto cercando di dirti è che non devi imparare a programmare da solo le tue campagne per essere un imprenditore, ma devi capire a cosa dovrebbero servirti e come queste andrebbero strutturate a livello strategico per aiutare la crescita della tua attività.

Al giorno d’oggi più che mai, queste cose contano tanto quanto l’ottimo servizio e i buonissimi prodotti che offri nel tuo bar, perché se poi al bancone o al tavolo non viene nessuno, mi dici dove te li sbatti i tuoi fantomatici drink e la tua splendida accoglienza?

Ilias Contreas

Generale di BAR WARS

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